martedì 13 dicembre 2011
Il termine marijuana si riferisce alle infiorescenze femminili essiccate delle piante di Cannabis appartenenti preferibilmente, ma non necessariamente, al genotipo THCAS (volgarmente "canapa indiana"). In tutte le varietà di canapa sono contenute in effetti, in concentrazioni e proporzioni
variabili, diverse sostanze stupefacenti psicoattive, tra cui la principale è il Δ9-tetraidrocannabinolo.
Le varietà da cui ricavare marijuana
vengono selezionate per avere un maggiore contenuto di queste sostanze
mentre il contrario avviene per le varietà coltivabili legalmente, per
le quali un limite a questo contenuto viene fissato per
legge. Il materiale vegetale o i preparati che contengono in misura
apprezzabile sostanze psicoattive sono considerati facenti parte delle
cosiddette "droghe leggere".
Nome
Il termine marijuana è il nome comune col quale in Messico viene indicata tale pianta quando destinata a ricavarne sostanza stupefacente. L'uso del termine marijuana si è poi diffuso in tutto il mondo veicolato dai media fin dalla prima metà del secolo scorso. Sono innumerevoli in Italia ed all'estero i termini gergali, regionali o subregionali, che identificano la marijuana e l'hashish.Nel gergo comune, per marijuana si intendono le infiorescenze delle piante femminili essiccate e conciate per essere fumate, benché il fumo non sia l'unico veicolo dei cannabinoidi, essendo liposolubili. I metodi di assunzione alternativi a quello tradizionale prevedono ad esempio l'infusione nel latte, nel burro o in altri lipidi nei quali si possano sciogliere i cannabinoidi attivi (THC).
Dalle infiorescenze si ricava anche una particolare resina lavorata la cui consistenza può variare da solida a collosa in relazione alle modalità di produzione (l'hashish).
La foglia di canapa indica, simbolo mediatico della marijuana, non si fuma poiché povera in principi attivi e ricca di clorofilla che inasprisce il tipico sapore dolciastro delle infiorescenze.
Ganja è il termine in lingua creolo giamaicana utilizzato per indicare la marijuana, erba ritenuta dai rastafariani indispensabile per la meditazione e la preghiera.[1] La crema di hashish è usata per scopi meditativi anche dai Sadhu indiani, e da molti monaci buddhisti in Nepal e, in generale, nella zona Himalayana.
Effetti indotti
Gli effetti indotti dall'uso di marijuana sono svariati, hanno differente intensità a seconda del soggetto, dalle circostanze psico-fisiche in cui la si assume, e dell'assuefazione del consumatore; i principali effetti possibili sono:- distorsione del reale (capacità recettive), sensazione di aumento delle percezioni
- attenuazione della reattività fisica e mentale
- temporaneo abbassamento della pressione sanguigna
- tendenza all'ilarità con lieve effetto euforizzante
- aumento dell'appetito, soppressione della sensazione di sazietà (comunemente detta "fame chimica" o, nel gergo, "fame tossica")
- se assunta in ingenti quantità, nei soggetti predisposti, può provocare stati d'ansia e nausea.
- disorientamento e forte opacità cognitiva
- apatia (in caso di assunzione prolungata)
Al pari di ogni altra molecola attiva, anche gli effetti collaterali dei cannabinoidi sono in stretta relazione col metabolismo e con le dosi assunte dal soggetto. Ad esempio: la nausea è uno degli effetti collaterali che si presenta con maggiore frequenza ad alti dosaggi, nonostante una delle applicazioni terapeutiche sia legata proprio alle proprietà antiemetiche di alcuni tra i princìpi attivi. Uno studio dei dottori Thomas F. Densona dell' University of Southern California e Mitchell Earleywineb dell' University of New York ha mostrato una diminuzione della depressione nei consumatori di cannabis.[3]
L'assunzione di questi derivati può avere interazioni con farmaci. Un ulteriore e recente studio statunitense ha comunque escluso danni cardiaci dovuti ad un utilizzo anche non moderato dei principi attivi della canapa indica.
I vari effetti, come detto in precedenza, possono essere condizionati in maniera influente anche da due fattori psicologici: il set (lo stato d'animo di chi consuma) e il setting (la compagnia con cui si trova ed il luogo dove si trova il consumatore). Nel marzo 2007 la rivista scientifica The Lancet pubblica uno studio che evidenzia minore pericolosità della marijuana rispetto ad alcool, nicotina o benzodiazepine. Tuttavia in alcune nazioni, principalmente in Gran Bretagna, sono comparse alcune varietà con una concentrazione di THC superiore alla media che possono portare, in soggetti predisposti, alla comparsa sempre più frequente, tra gli effetti collaterali, di attacchi psicotici, delirio e allucinazioni complesse.
Attualmente si stanno conducendo studi sugli effetti dell'esposizione prenatale alla marijuana, che pur escludendo l'aumento di patologie perinatali (parto prematuro, basso peso alla nascita) hanno riscontrato effetti sullo sviluppo delle cellule del sistema nervoso nella corteccia prefrontale e nell'ippocampo. Clinicamente questi bambini presentano deficit dell'apprendimento, problemi della socializzazione e turbe comportamentali (simili, nei casi più gravi, alla sindrome alcolica fetale), che compaiono in età scolare.[4]
Usi terapeutici
La canapa indiana è usata per contrastare la diminuzione dell'appetito nei pazienti affetti da AIDS e da cancro e per diminuire la nausea derivata dai trattamenti chemioterapici e dalle irradiazioni. Inoltre causa un effetto positivo sui soggetti affetti da dolori cronici, da sclerosi multipla (diminuzione del rigore muscolare) e sulla sindrome di Tourette. Ad oggi, come accade per la maggioranza delle molecole attive presenti sul mercato, sono ancora in corso studi che accertino la validità di questi effetti, non esistendo alcuna prova definitiva ed univoca che dimostri l'efficacia dell'impiego medico; tuttavia milioni di consumatori nel mondo - anche affetti da gravissime patologie - attestano di ricevere benefici dai principi attivi della pianta, utilizzata in medicina da migliaia di anni e presente nella farmacopea ufficiale fino alla metà del '900.
Le applicazioni possibili accertate e le conseguenti sperimentazioni hanno per oggetto:
- Inappetenza da farmaci chemioterapici.Efficacia provata dalla pratica medica dì routine; centinaia di migliaia dì dosi di THC sintetico (Marinol) sono state prescritte ogni anno dagli oncologi USA (cfr. Grinspoon 1993, p.26 e p.38) anche se non sembra avere gli stessi effetti della marijuana assunta nel suo stato naturale (fumato o ingerito) poiché il Δ9-tetraidrocannabinolo è solo uno dei 460 composti chimici presenti nella cannabis.
- Epilessia. In sostituzione di farmaci anticonvulsivi, che hanno gravi effetti secondari anche sull'umore. Efficacia provata in qualche caso
- Sclerosi multipla.In sostituzione di farmaci tranquillanti ad alte dosi, con rischi di letargia e dipendenza fisica. Efficacia sperimentata in molti casi. Non è comunque il farmaco di elezione per gli spasmi; solo in pochi casi si è evidenziato un miglioramento secondo la scala di AshWorth.
- Anoressia.Forte stimolante dell'appetito.
- Glaucoma.La marijuana diminuisce la pressione interna dell'occhio del 25-30% in media, a volte fino al 50%. Alcuni cannabinoidi non psicotropi, e in misura minore, anche alcuni costituenti non-cannabinoidi della canapa diminuiscono la pressione endo-oculare.
- Asma.la marijuana ha capacità broncodilatatorie, per evitare il danno da fumo, si utilizzano particolarmente in questi casi i vaporizzatori.
- Stafilococco aureo. I principi attivi utilizzati sono risultati efficaci anche contro ceppi resistenti alla meticillina.[5]
In Olanda, in Spagna, in Canada e in undici stati degli USA l'uso della cannabis a scopo medico è già consentito, in altri paesi europei ed extraeuropei l'argomento è al centro di accesi dibattiti sia sul piano scientifico che su quello etico. Principale studioso e promotore dell'uso terapeutico della Cannabis e della sua decriminalizzazione è il Professor Lester Grinspoon, psichiatra e professore emerito dell'Università di Harvard. In Italia,approfonditi studi in materia sono stati effettuati dal neuropsichiatra prof. Gian Luigi Gessa e dal dott. Giancarlo Arnao.
Status legale dell'uso della marijuana in alcuni paesi [modifica]
- Australia: illegale
- Belgio: illegale (ma il governo belga ha iniziato un programma di ricerca volto a stabilirne l'efficacia medica)
- Camerun: illegale la coltivazione della cannabis sativa, chi affetto da cancro o AIDS può farne uso come antidolorifico
- Canada: illegale, legale per uso terapeutico (in un processo una corte ha giudicato il regolamento per l'uso medico della marijuana incostituzionale in quanto "non permette ai cittadini seriamente malati di utilizzare marijuana in quanto non vi sono fonti di approvvigionamento legali del farmaco")
- Germania: uso legale, possesso di modiche quantità (entro i 10 grammi) non perseguito
- Italia: inserita nelle stesse tabelle di eroina e cocaina. La legislazione attualmente vigente (Decreto Fini-Giovanardi sulle Olimpiadi invernali) fissa limiti quantitativi di principio attivo contenuto entro i quali si commette un illecito amministrativo comportante le relative sanzioni (convocazione dal prefetto che può concludere il procedimento con un formale invito a non fare più uso della sostanza, sospensione della patente di guida, del documento d'identità valido per l'espatrio, del porto d'armi o del permesso di soggiorno per motivi di turismo, ovvero divieto di conseguire tali autorizzazioni) e superati i quali si prefigura il reato di spaccio. Reato punito con 1-6 anni di reclusione per piccole quantità e 6—20 anni di reclusione in caso di grosse quantità oppure coltivazione. Una sentenza della Cassazione del 18 gennaio 2007 stabilisce che non è reato coltivare nel giardino di casa qualche piantina di marijuana perché ciò equivale alla detenzione per uso personale.[6][7] Di parere opposto invece una sentenza del 10 gennaio 2008,dove la Sezione Penale ritiene in ogni caso reato la coltivazione.[8] È consentito l'uso terapeutico di preparati medicinali a base di marijuana debitamente prescritti secondo le necessità di cura.
- Portogallo: legale il possesso dal 2001, la compravendita è un reato.
- Giamaica: formalmente illegale, ma in realtà ampiamente tollerata. Rappresenta una componente inscindibile della religione più diffusa in Giamaica, il Rastafarianesimo
- Giappone: illegali tutti i preparati contenenti THC dal 1948, a seguito di una legge introdotta dalle forze di occupazione statunitensi alla fine della seconda guerra mondiale.
- Lussemburgo: legali possesso ed uso per scopi medici, purché il consumatore sia adulto e non coinvolga minorenni
- Paesi Bassi: legale, secondo normativa precisa; vedi la voce "Politica dei Paesi Bassi in materia di stupefacenti".
- Spagna: legale, in luoghi autorizzati
- Nuova Zelanda: illegale (il ministero della sanità ha affermato che un uso medico non è da escludersi, ma sono necessari ulteriori studi ed un metodo per una corretta regolazione). Il comitato per la sanità del parlamento neozelandese raccomanda un alleggerimento delle leggi sulla cannabis e la messa a disposizione di medicine a base di cannabis [9]
- Svizzera: illegali possesso e coltivazione (esperimenti di legalizzazione sono stati condotti in alcuni cantoni). La Svizzera ha votato un'iniziativa popolare per depenalizzare l'uso della canapa il 30 Novembre 2008[10] ma è stata respinta dagli elettori svizzeri con il 63,2% di voti contrari[11].
- Francia: illegale. Per il consumatore sono previste pene fino a un anno di carcere, ma il Ministero della giustizia (a cui sono subordinati i magistrati del pubblico ministero) raccomanda di non avviare procedimenti penali contro consumatori occasionali, ma se li coglie in flagrante la polizia interviene a fini dissuasivi.
- Regno Unito: illegale (nel 1998 la Camera dei Lord ha raccomandato che la cannabis venisse resa disponibile per uso medico tramite prescrizione. Dopo alcuni test clinici il governo non ha accettato la raccomandazione). Recentemente è stato depenalizzato l'uso personale domestico
- Israele: illegale, l'uso medico è autorizzato solo dal ministero della sanità che valuta ogni singolo caso.
- Stati Uniti: illegale l'uso a livello federale per qualsiasi ragione, tuttavia 11 stati ed il Distretto della Columbia hanno approvato normative che contemplano l'esenzione dal divieto per uso medico.[12]
È dovuta ad Alberto Arbasino la prima citazione della marijuana nella storia della letteratura italiana, nel racconto Giorgio contro Luciano scritto nel 1955 e pubblicato per la prima volta nel 1957 nella raccolta Le piccole vacanze:[13]
« [...] e girando da un locale all'altro è stato naturale che a un certo punto il discorso cascasse sulle droghe del paradiso, con descrizioni precise e allettanti, poi al momento psicologico giusto è saltato fuori l'ometto che smercia le sigarette alla mariagiovanna, Luciano non ha fatto obbiezioni, noi ne abbiamo comprate così per curiosità e senza dare un gran peso, del resto eravamo mezzi andati tutti quanti e via che si cantava Polvere di stelle... » | |
(Alberto Arbasino, Le piccole vacanze-Giorgio contro Luciano (pp.128-9, versione del
1971))
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Dal 1989 ogni anno, la terza settimana di novembre, la rivista "High times" organizza ad Amsterdam la Cannabis Cup: coltivatori e coffee-shop espongono le nuove varietà prodotte tramite incroci e differenti metodi di coltivazione; quelle giudicate migliori ricevono premi.
Dal 1999, il primo sabato di maggio,in più di duecento città del mondo, è organizzata una manifestazione per la legalizzazione della marijuana chiamata Million Marijuana March.
Nel 2005, i Premio Nobel per l'economia Milton Friedman,George Akerlof e Vernon Smith sono stati i primi firmatari di un appello [3] sottoscritto da 500 economisti americani per denunciare gli altissimi costi (7 miliardi di dollari all’anno) del proibizionismo sulla marijuana.Secondo Friedman questa legge rappresenta un sussidio del governo al crimine organizzato.[14]
Secondo un sondaggio commissionato all IPSAD dall'istituto superiore di sanità e pubblicato nel febbraio 2008, dieci milioni di italiani approvano l'uso della cannabis.[15]
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